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Gennaio, il primo mese del nostro calendario. Nuovo inizio, nuovi propositi, vecchie tradizioni e ricorrenze. Molte feste tradizionali sono vestigia del mondo precristiano, ricettacolo di simboli e archetipi sempre vivi nella cultura dell' uomo. In questo periodo trovano spazio cerimonie di purificazione per uomini, animali, campi. Il 17 gennaio si celebra infatti S. Antonio abate e in alcuni luoghi si accendevano dei falò e le ceneri venivano utilizzate per fertilizzare i campi. Inoltre, nel fuoco bruciava simbolicamente tutto ciò che restava dell' anno vecchio compresi i malanni ( da qui la tradizione che fa di Sant' Antonio il protettore dei malati di Herpes Zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant' Antonio ). A Sant' Antonio si benedicono anche gli animali e gli attrezzi da lavoro a sottolineare come questa figura sia legata alla vita agreste. Del resto questo santo è spesso rappresentato con a fianco un maialino, l' animale rurale per eccellenza che però parla anche di antichi dèi e dee : il maiale è simbolo della Grande Madre ( Cerere ) e nel mondo celtico questi animali erano sacri al dio Lug, dio della rinascita, della luce e del fuoco, che trionfava sugli inferi e presiedeva la rinnovamento della natura e alla fertilità degli animali. Egli è il figlio della Grande Madre celtica e sta a simboleggiare il ritorno ogni anno della primavera e della luce. Il 29, 30 e 31 gennaio sono considerati i giorni più freddi dell' anno e vengono chiamati “i giorni della merla”. Secondo la leggenda un tempo i merli erano bianchi e proprio una merla sfidò il gelido gennaio nascondendosi su una quercia per proteggersi dal freddo. Offeso, gennaio, che allora durava solo 28 giorni, si fece dare 3 giorni da febbraio e li trasformò in giorni freddissimi. La merla per proteggersi si rifugiò con la sua nidiata in un camino e da allora i merli hanno le piume nere.