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esperto, di favorire il benessere evitando un accumulo tossinico causa di disturbi cronici e degenerativi. In questo numero di dicembre parlerò di Shavasana , una postura solo apparentemente semplice. Essa richiede infatti per essere ben realizzata della capacità di rilassare completamente il corpo, di rilasciare ogni tensione, di abbandonarsi completamente, di rinunciare ad ogni controllo. E' una postura che si introduce durante o alla fine della pratica per “registrare” nella nostra parte più profonda i benefici e gli insegnamenti che la pratica stessa ha portato con sé ed è una postura fondamentale nello yoga nidra, comunemente chiamato “yoga del sonno e del sogno” perchè porta praticamente in una dimensione simile al sonno, uno stato di “dormiveglia” in cui è possibile, tra le altre cose, entrare in contatto con la propria natura più profonda e vera. Shavasana è molto indicata per chi vive in città ed è continuamente sollecitato da una realtà iperattiva, è molto utile per chi lavora molto o troppo, per poter rigenerare il corpo e la mente, senza diventare una vittima di uno stile di vita stresssante. Per praticare Shavasana occorre sdraiarsi sulla schiena, chiudere gli occhi e posizionare le braccia a circa 15 cm dal corpo, i palmi delle mani rivolti verso l' alto, le gambe leggermente divaricate, i piedi abbandonati cadono ai lati, stando al caldo e ben coperti. Si procede facendo orbitare la coscienza nel corpo, cioè spostando la propria attenzione alle varie zone, partendo dai piedi fino alla testa, senza tralasciare nulla. Ogni volta che si espira si può lasciare andare, abbandonare, rilassare completamente una parte fino a quando il respiro diventa molto fluido e leggero,lento, mentre il corpo diventa pesante. Si può rimanere in questa postura quando si vuole per recuperare tutte le energie di cui si necessita e per scioglierla si eseguono piccoli movimenti delle dita dei piedi e delle mani, poi delle gambe e delle braccia e si fa ogni cosa il corpo richieda per “svegliarsi” dal torpore in cui è caduto.